Pittore fiammingo. Fu detto anche
Maestro di
Flémalle e
Maestro di Mérode per alcuni dipinti (i
pannelli di Flémalle e il Trittico del Castello di Mérode)
presumibilmente ritrovati in tali luoghi. Affine nella tecnica a Jan Van Eyck e
a Rogier Van der Weyden per le comuni doti di monumentalità e di
plasticismo, ebbe anche contatti con miniaturisti franco-fiamminghi quali M.
Broederlan. L'evoluzione artistica di
C. lo portò a superare
l'iniziale impostazione tardo-gotica della tradizione pittorica mosano-renana
(
Sposalizio della Vergine) e lo avvicinò all'arte di Van Eyck, in
una visione particolarmente realistica e quotidiana dei soggetti sacri
(
Madonna del parafuoco). La maturità dell'artista e le influenze
di Van der Weyden affinarono ulteriormente lo stile di
C. (
Trittico di
Flémalle), la cui produzione è considerata fondamentale dalla
critica per il successivo sviluppo della pittura fiamminga (Valenciennes 1378 -
Tournai 1444).